Se non son gnocche non le vogliamo
Per l’erede designata,
dai colleghi boicottata,
è il momento della gloria:
la ministra fa Vittoria
con la delega al Turismo,
il campione di alpinismo
ha finito la scalata.
Detta Trota salmonata
dai forzisti suoi fratelli
perché rossa di capelli
e di pesce esportatrice,
amò fare la creatrice
di tivù, di quotidiani,
di Club per berlusconiani,
circoletti e circolini
sputtanando di quattrini
del Berlusca una montagna.
A vent’anni miss Romagna,
testimonial di braghette,
calze in seta e reggitette,
“Un vivente manichino”
disse con far birichino.
Di tal Eros la cuccagna,
nella casa di campagna
vive con un pargoletto
e con uno zoo perfetto
di animali molto vari:
polli, capre, due somari,
cani, gatti, quattro equini
e trecento piccioncini.
Suona il piano con amore,
è in filosofia dottore.
A suo tempo intervistata,
la Brambilla si è narrata
qualunquista, produttiva,
della destra più retriva:
“Come boss tiro le fila
dei miei Club, son cinquemila,
coordinando i presidenti.
Club di autonomi, studenti,
pensionati, imprenditori
tutti pien di malumori
per gli sprechi e le bugie,
per le tasse e le angherie
di un governo di sinistra
che assai male ci amministra.”
“Son cattolica e credente,
come tal son convivente
e mi faccio i fatti miei
come tutti i farisei.”
“Per il bene del paese
sicurezza, tasse e spese
entreran nei miei programmi.”
“Forza Italia? Niente drammi,
diffidenze e gelosie
son normal patologie
quando arriva un nuovo attore,
ma non provo alcun rancore.
Per me i fatti parleranno
e ragione mi daranno.”
“Per far diventar realtà
il Team della libertà
non ho vinto selezioni,
ma ho spiegato a Berlusconi,
con le gambe accavallate,
le mie idee. Lui le ha apprezzate.”
Dopo la discesa in basso
è il momento dell’incasso,
dopo il suo momento nero
è arrivato il ministero,
alla giovane una spilla,
la poltrona alla Brambilla.
Vien spontanea una domanda:
“Dei ministri nella banda
la Brambilla come è giunta?
Perché in cielo è stata assunta?
Non lo ha mai chiamato papi,
non ha madre che lo arrapi,
non è diciottenne casta…”
“Nacque a Lecco…e tanto basta!”
Le poesie di Carlo Cornaglia
dai colleghi boicottata,
è il momento della gloria:
la ministra fa Vittoria
con la delega al Turismo,
il campione di alpinismo
ha finito la scalata.
Detta Trota salmonata
dai forzisti suoi fratelli
perché rossa di capelli
e di pesce esportatrice,
amò fare la creatrice
di tivù, di quotidiani,
di Club per berlusconiani,
circoletti e circolini
sputtanando di quattrini
del Berlusca una montagna.
A vent’anni miss Romagna,
testimonial di braghette,
calze in seta e reggitette,
“Un vivente manichino”
disse con far birichino.
Di tal Eros la cuccagna,
nella casa di campagna
vive con un pargoletto
e con uno zoo perfetto
di animali molto vari:
polli, capre, due somari,
cani, gatti, quattro equini
e trecento piccioncini.
Suona il piano con amore,
è in filosofia dottore.
A suo tempo intervistata,
la Brambilla si è narrata
qualunquista, produttiva,
della destra più retriva:
“Come boss tiro le fila
dei miei Club, son cinquemila,
coordinando i presidenti.
Club di autonomi, studenti,
pensionati, imprenditori
tutti pien di malumori
per gli sprechi e le bugie,
per le tasse e le angherie
di un governo di sinistra
che assai male ci amministra.”
“Son cattolica e credente,
come tal son convivente
e mi faccio i fatti miei
come tutti i farisei.”
“Per il bene del paese
sicurezza, tasse e spese
entreran nei miei programmi.”
“Forza Italia? Niente drammi,
diffidenze e gelosie
son normal patologie
quando arriva un nuovo attore,
ma non provo alcun rancore.
Per me i fatti parleranno
e ragione mi daranno.”
“Per far diventar realtà
il Team della libertà
non ho vinto selezioni,
ma ho spiegato a Berlusconi,
con le gambe accavallate,
le mie idee. Lui le ha apprezzate.”
Dopo la discesa in basso
è il momento dell’incasso,
dopo il suo momento nero
è arrivato il ministero,
alla giovane una spilla,
la poltrona alla Brambilla.
Vien spontanea una domanda:
“Dei ministri nella banda
la Brambilla come è giunta?
Perché in cielo è stata assunta?
Non lo ha mai chiamato papi,
non ha madre che lo arrapi,
non è diciottenne casta…”
“Nacque a Lecco…e tanto basta!”
Le poesie di Carlo Cornaglia
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